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(di Luigi Ambrosio)

Nemmeno nel peggior incubo burocratico avrebbe mai potuto materializzarsi quello che è successo in Lombardia con le mascherine.
La Regione obbliga i cittadini a indossarle sempre. Ma le mascherine non ci sono. La Regione lo sa, che le mascherine non ci sono anche perché è tra coloro che dovrebbe prodigarsi a distribuirle. Ma obbliga lo stesso i cittadini a indossarle. Ma le mascherine non ci sono. Quindi la Regione dice “mettetevi qualcosa sulla faccia, una sciarpa, un foulard”. Così.
La Regione Lombardia promette che entro la settimana arriveranno 3 milioni di mascherine.
Gli abitanti della Lombardia sono 10 milioni. Le mascherine sono usa e getta.
La metafora di Caporetto è già stata usata in più occasioni, in questa pandemia e poi si era detto niente metafore belliche. Peccato, perché rende bene l’idea.
L’dea della disfatta di Fontana, il presidente che per primo indossò una mascherina in televisione: l’idea della disfatta di Gallera, l’assessore che con totale mancanza di pudore ha approfittato della sua sovraesposizione mediatica per candidarsi a sindaco di Milano.
Una disfatta che, non è una consolazione, si somma all’incapacità degli altri. A 46 giorni dall’inizio della pandemia, oggi l’Ordine dei Medici ha ricevuto 600mila mascherine dalla Protezione Civile. Basteranno per pochi giorni. Ora quantomeno sono a norma. La scorsa settimana, il carico era stato rimandato indietro perché le mascherine non erano nemmeno a norma.