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Il “Language is a Virus”, citato nella canzone di Laurie Anderson. è un concetto dello scrittore, pittore e saggista William S. Burroughs.

Ed eravamo arrivati a questo.

Che ci sembrava bello invecchiare.

Invecchiare davanti al bar, al panificio, davanti alle vetrine dei parrucchieri, tra i banconi del Mercato Comunale. Invecchiare tra i muri di casa nostra, coi nostri vestiti, coi nostri mobili, coi nostri coetanei che ci lasciavano. Ad uno ad uno come i monaci. Improvvisamente o con SOS di anni e annarie ma ad uno ad uno, con dolcezza, con un dolore per volta, con dolori scaglionati, sopportati, comode rate.

E adesso tutti a casa; niente code agli uffici, niente filiere di facce, stanche, pigiate, felici, feroci, annoiate, innamorate.

Niente facce.

E adesso tutti a casa, porta di ferro, di acciaio fino, serratura a n mandate, a prova di sciocchi, di bambini, se qualcosa a prova di sciocchi esiste, se esiste a prova di bambini.